Quando parlo del Servizio Civile vedo come le persone non riescono a capirmi pienamente perché il mondo dei bambini non si può raccontare, si deve scoprire.
Il primo impatto con il sistema scolastico in cui sono stata catapultata è stato forte. Il ruolo che avrei dovuto rivestire non era ben chiaro, né a me né alle insegnanti. Una volta superato l’imbarazzo iniziale, con il passare dei giorni, ho capito che scelta migliore non avrei potuto prendere. Per una persona introversa come la sottoscritta, non è stato facile abituarsi all’idea che i bambini ti accerchiano ogni istante solo per poterti toccare ed imparare qualcosa di nuovo. Non è stato nemmeno facile cercare di approcciarsi nel modo più corretto con gli alunni affetti da autismo che celano, a loro volta, un universo da dischiudere.
Ben presto però, i sorrisi sdentati, la purezza, la spontaneità e la solarità sono diventati parte integrante della quotidianità.
In questi mesi ho scoperto che ai bambini non puoi nascondere nulla, sia che si tratti di una nuova matita colorata o di un’emozione. Ho imparato che ogni piccolissimo passo per me, rappresenta un enorme traguardo per loro. Ad oggi, ho anche capito che uno degli obiettivi che vorrei raggiungere è quello di riuscire a lasciare una piccola parte di me nel cuore di ciascun bambino che incontro lungo questo percorso.
Credo che il sentirsi pronunciare la frase “sei la mia maestra preferita” ogni giorno, dimostra che, in fin dei conti, qualcosa di buono sei riuscita a farlo. Ho raggiunto poi l’apice della realizzazione quando sono state le insegnanti stesse a farmi rendere conto di quanto importante sia la mia figura all’interno di questa piccola, ma grande realtà.
Oggi come oggi mi emoziono quando a fine giornata mi ritrovo la borsa piena di “regali” quali disegni, fiori ed oggettini vari, credo rappresentino tanto.
Inoltre mi sciolgo quando mi sento dire dal bambino autistico con cui passo solo pochissime ore settimanali che “senza di te, maestra, non saprei proprio come fare!”.
Abbiamo tanto da imparare dai bambini.
Non smetterò mai di ripetere che quella di intraprendere il Servizio Civile in questo ambito, è stata una delle decisioni migliori e arricchenti che potessi mai prendere.
Finalmente ho persino trovato il fidanzatino, di soli 6 anni, ma d’altronde va di moda.. ed in più mi ha già regalato dei fiori!
Scherzi a parte, auguro a chiunque di provare, almeno una volta nella vita, le emozioni che i bambini, con la loro trasparenza, possono regalare perché aprono la mente e, più di ogni altra cosa, il cuore.
Camilla – Scuola primaria di Saludecio