Dubbi: l’esame di maturità chiude un periodo della vita, si è grandi, ma non abbastanza. Finita l’esperienza della scuola secondaria di secondo grado, ci si sente liberi, ma anche un po’ vuoti, gli scenari futuri non sono affatto chiari, anzi… E poi arriva il covid, che spazza via anche le poche certezze che noi giovani di questa generazione potevamo avere.
Idee chiare? Poche, ma l’idea del Servizio Civile mi era balenata subito dopo la maturità, non in un posto qualunque, ma a scuola. Neanche fossi stata una studente modello! I bambini mi sono sempre piaciuti ed il lavoro che ho svolto più volentieri in questi anni è stato proprio quello da baby-sitter e non nego che ai bambini piaccio sempre!
Quindi, appena esce il bando scelgo di svolgere il Servizio Civile nella Scuola Primaria di Piazza Repubblica di Cattolica. La domanda va a buon fine e — sorpresa! — sono l’unica aspirante.
Mi chiedo il perché. So di ragazze e ragazzi che hanno presentato domanda presso altri enti: biblioteche e musei, dove gli aspiranti sono tanti, ma a scuola no. Ragiono sul perché: forse a scuola ci si misura non solo con gli adulti, ma soprattutto con bambine e bambini che ti osservano con molta attenzione. Potresti piacere oppure no, potrebbero decidere di metterti a tuo agio oppure no, tu sei lì al loro servizio, al servizio di bambini a cui dovrai offrire il tuo aiuto e ti chiedi: “Sarò in grado? Non sono un’insegnante.” Sicuramente sono questi i dubbi che allontanano dalla scuola gli aspiranti del Servizio Civile.
Ma ora torniamo a me. Da subito ho capito che i bambini ti accolgono, si affidano, ti cercano a prescindere dalle tue paure, ti riconoscono e salutano ovunque tu li incontri, ti sorridono e cancellano ogni dubbio sul perché ti trovi proprio lì.
Il mio Servizio Civile è iniziato a fine maggio 2021 ed è stato un bene: un breve assaggio di scuola! Poi ecco l’estate, rodaggio per l’anno scolastico 2021-22. Il Piano Scuola Estate organizzato dall’Istituto Comprensivo di Cattolica mi ha avvicinato a gruppi di bambine e bambini di classi diverse che hanno aderito ai corsi attivati: gioco, sport, musica, inglese, atelier di scrittura creativa. Tanti stimoli nuovi, tanti bambini di diverse età, nazionalità e di diversa estrazione socio-culturale, ma tutto tanto stimolante ed arricchente!
Oltre al piano estate, noi ragazzi del servizio civile abbiamo seguito piccoli gruppi di bambini nei compiti estivi e anche questa esperienza, sebbene meno stimolante, ha messo in mostra le particolarità di ogni bambina e di ogni bambino che, per essere adeguatamente aiutato, andava accolto per la sua unicità.
Poi finalmente inizia la scuola e si entra nel pieno del servizio: classi diverse, gruppi-classe di ogni genere e adulti (insegnanti, educatori, tirocinanti, collaboratori scolastici) con cui ti devi rapportare.
All’inizio ti senti titubante, ma poi i bambini, con la loro accoglienza, ti aiutano e dal momento che ti cercano con gli occhi o ti chiamano a voce o con un gesto tu capisci perché sei lì. Sei lì per loro, perché puoi dare loro sostegno nelle difficoltà, puoi alleviare le loro ansie, puoi facilitarli nel percorso e questo ti dà il “senso” del perché sei proprio lì.
Dai primi giorni in cui ho messo piede a scuola, ho capito che forse è proprio quello il luogo del mio futuro, ho le idee più chiare rispetto a ciò che farò e mi sono iscritta all’Università per diventare insegnante.
A scuola, insieme ai bambini, il tempo passa in fretta. A scuola si respira un’aria di festa che spesso non si respira fuori (ad esempio ad Halloween o a Natale). A scuola gli adulti tornano bambini, si mettono in gioco, giocano e costruiscono il sapere insieme alle proprie classi che, a dirla tutta, non sono classi semplici, ma proprio questa complessità rende la scuola un posto unico dove costruire un futuro migliore!
Sofia Righi
Operatrice volontaria presso Scuola primaria Piazza Repubblica – Cattolica – Coop. Soc. il Millepiedi