La decisione di svolgere il Servizio Civile non è stata semplice da prendere.
Alla fine del mio tirocinio mi sono trovato di fronte ad un bivio: entrare nel mondo del lavoro, dovendo scendere a compromessi e accettando di svolgere mansioni molto lontane dalla mia formazione, oppure?
La risposta è arrivata quando mi sono imbattuto in un bando di Servizio Civile per una biblioteca nel mio territorio (Marche). Da lì è partita una ricerca sui vari partner, che mi hanno portato, Comune dopo Comune, fino a Rimini.
Ed è da lì che vi scrivo, dopo quasi cinque mesi dall’inizio del mio Servizio Civile, svolto presso il Centro per le Famiglie del Comune di Rimini.
Svolgere l’attività di volontariato in questo centro mi offre un modo per confrontarmi ogni giorno con il territorio e i suoi servizi, con le famiglie che si rivolgono al centro, con le nonne e mamme e papà e baby-sitter che, ormai, mi salutano chiamandomi per nome quando mi trovano all’apertura del front office. Questo mi riempie di energie e di vitalità.
Il continuo confronto con le colleghe, mi permette di assumere prospettive diverse, capendo l’importanza di svolgere un’attività o di preparare una stanza con logiche che non appartengono alla mia formazione professionale, ma anche di allargare le mie conoscenze, formandone di nuove o integrando quelle già presenti nel mio bagaglio.
Mi sento a casa in questo luogo.
Fino ad ora, sento che il Servizio Civile è stato un modo per poter restituire alla comunità, un modo per essere un cittadino attivo, ma anche un modo per sperimentarmi, crescere professionalmente e personalmente.
È faticoso, lo ammetto.
Ma sono sempre stato convinto che le esperienze di valore non siano mai in discesa.
Più una montagna è alta e più è ripida, a volte scalarla sembra una fatica inutile. Però, una volta arrivati alla cima, il panorama che si apre sotto di noi ripaga ogni sforzo, ogni fiatone, ogni muscolo indolenzito.
Cristian – Coop Soc Il Millepiedi