Un normale giorno d’estate, chiacchierando, un’ amica di mia mamma mi chiese se volessi partecipare al Servizio Civile presso la scuola dove lei presta servizio, per fare un’esperienza lavorativa intanto che finissi di completare gli ultimi anni dell’università. Senza pensarci due volte, aderii al bando pensando tra me e me: “cosa vuoi che sia, sarà facile stare lì, aiutare dei bambini delle elementari, poi così mi metto un po’ di soldini da parte e posso inserirlo nel curriculum”. La presi così, un po’ sottogamba.
Mai avrei pensato che invece delle elementari mi avrebbero mandato alle scuole medie. Così il primo giorno (il 16 gennaio 2019, una settimana dopo il mio compleanno), entrai con il cuore in gola in questa scuola piena di ragazzi adolescenti, una vera e propria “gabbia di matti”: chi urlava da un parte, chi si nascondeva subito in bagno per essere l’ultimo ad entrare in classe, chi era già alle macchinette del cibo. Impaurita mi feci forza e andai a presentarmi alle professoresse. Subito la mia olp (operatore locale di progetto), la professoressa che mi segue nel percorso, mi spiegò quale fosse il mio compito: stare in classe per essere di supporto alle professoresse e ai ragazzi. Con il passare dei giorni capii che la mia mansione principale era quella di aiutare i giovani a comprendere meglio la lezione, se necessario portarli fuori dalla classe e fargli una vera e propria lezione privata. Posso assicurare che questo “mini insegnamento” deve essere fatto con tanta pazienza e tanta fantasia perché per noi adulti sembra una cosa facile, ma per loro non lo è, lo paragonano a una lingua aliena. Un’altra cosa che ho imparato stando a contatto con gli adolescenti è che devo essere una figura intermedia tra una professoressa e una loro coetanea, quando serve devo diventare una maestra: sgrido, urlo per riprenderli e li controllo a vista, allo stesso tempo li ascolto, gioco con loro e quando serve faccio da infermiera se stanno male. Posso assicurare che ogni giorno vado a scuola con il sorriso e non mi annoio mai, mai un giorno è uguale all’altro. È una esperienza che ti fa capire come questa nuova generazione sia molto più tecnologica della mia, anche se ci sono solo dieci anni di differenza. Loro sanno già usare i social, sanno photoshoppare le foto, seguono molti youtuber invece di parlare tra di loro di giochi, non sanno stare senza cellulare. Un esempio pratico di ciò si è visto in gita: gli è stato concesso di usare il cellulare per fare delle foto e durante la pausa pranzo tutti utilizzavano instagram e youtube invece di parlare.
I primi giorni avevo un po’ timore dei professori, come se fossi tornata alunna, paura di sbagliare, di prendere iniziative sbagliate, sembrava quasi che mi stessero studiando. Infatti non mi sbagliavo! Osservavano le mie capacità per vedere esattamente come avrei potuto aiutarli, nella scuola tutti siamo essenziali a partire da loro fino alle bidelle, come dico sempre “le bidelle sanno sempre tutto e hanno sempre ragione”. Capite le mie capacità, mi hanno dato il compito di sistemare i computer della scuola e del laboratorio per le prove invalsi, di fare la “spia” per scoprire se qualche alunno stia per combinare qualche guaio e di aiutare i ragazzi nelle materie scientifiche. Sono dei compiti gratificanti in quanto io studio ingegneria e ho potuto mettere in pratica i miei studi. Soprattutto quando gli adulti ti fanno i complimenti per il lavoro svolto e i ragazzi che aiuto prendono la sufficienza in matematica è una vera e propria soddisfazione! Questa esperienza lavorativa, se fatta con lo spirito giusto e la voglia di fare, è molto appagante, ti fa capire cos’è il mondo del lavoro in quanto si hanno delle scadenze mensili, dei fogli firma, hai dei compiti da seguire ogni giorno e la responsabilità di aiutare i ragazzi a costruire il loro futuro. Se mi chiedessero se mi fossi pentita di aver scelto di aver fatto un anno di Servizio Civile risponderei assolutamente no perché sono maturata sia a livello di futura lavoratrice, sia a livello personale. Soprattutto ho tanti nuovi amici, ragazzi come me del Servizio Civile e le professoresse che, addirittura, mi stanno aiutando con la tesi.
Elena Di Monaco
progetto: ABC…Crescere Insieme, presso l’Istituto compressivo IC1 Riccione, Scuola Media San Lorenzo